a tutti i costi Prevenzione!

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(di Antonio di Giorgio)

Nonostante l’ultimo post dell’amico associato Baratta trattasse di un tema sportivo, come il successo degli italiani nei cosiddetti “sport minori”, anche oggi vorrei focalizzare la nostra attenzione sullo sport tornado a discutere dell’amato calcio, mettendo in evidenza un’iniziativa molto importante avvenuta in quel di Latina, precisamente nelle aule del Liceo  Dante Alighieri.

Una decina di giorni or sono si è tenuto un convegno intitolato “intorno ad un pallone…per un calcio alla noia, alla violenza, alla droga” e l’ospite d’onore è stato uno delle vittime della cocaina nello sport, il quale tuttora sta pagando le sue colpe. Mi riferisco a una delle grandi promesse inespresse del calcio italiano, ovvero Angelo Pagotto, portiere di ottime qualità che ha raggiunto l’apice della sua carriera nel 1997 approdando al Milan.
In questo convegno si è cercato di evidenziare il più possibile i danni che il doping può comportare e, benché la maggior parte degli sportivi conosce le conseguenze dell’uso di sostanza dopanti, ancora ci sono in giro “antisportivi” (amo definirli così) che cercano di trarre vantaggi assumendo prodotti illegali. Oltre all’autorevole testimonianza di Angelo Pagotto, hanno contribuito alla realizzazione dell’evento illustri personaggi della provincia di Latina come il dottor. Damiano Coletta, la psicologa sportiva Daniela Sepio, il responsabile del settore Unicef nazionale Alessandro Pinto.

Nominando queste personalità di spicco vorrei sottolineare la caratura dell’evento e ed il fatto che sia stato poco pubblicizzato non fa certamente onore alla nostra provincia. Definirei fondamentale la parte curata dal dottor Coletta, il quale ha illustrato le manovre di rianimazione e l’uso del defibrillatore, pratiche a mio parere che qualsiasi allenatore dovrebbe conoscere per una semplice questione di prevenzione. E’ questa la parola che echeggia da tempo nel mondo del calcio, come in tutti gli altri sport poiché è inammissibile che in caso di perdita di coscienza di un atleta, in particolare di un bambino, un allenatore non sappia minimamente cosa fare.
Mi congedo con la speranza che sia riuscito a portare una, seppur minima, ventata di ottimismo verso il calcio e verso le istituzioni che governano il mondo del calcio, dimostrando che a piccoli passi si cerca di fare qualcosa per migliorare, anche nelle piccole realtà di provincia.

Vi propongo un piccolo passo del discorso del dottor Coletta.

“Occorre diffondere la cultura dell’emergenza – dice il dott. Coletta – Va ricordato che ogni minuto di ritardo nel prestare i soccorsi ad una persona vittima di un arresto cardiaco determina una riduzione del 10 percento delle possibilità di sopravvivenza. Visto che la presenza di un medico su ogni campo di calcio è un’utopia sarebbe opportuno prevedere la figura di un addetto al campo ( il fisioterapista o il magazziniere o un dirigente) che abbia svolto un corso per le manovre di rianimazione con uso del defibrillatore in caso di arresto cardiaco. In questa maniera verrebbe garantita una maggiore sicurezza sanitaria su tutti i campi di calcio.”

Cosa ne dite di questa idea/proposta?

16 pensieri su “a tutti i costi Prevenzione!

  1. Carolina :)

    In qualità di persona molto interessata alla medicina in genere e alle pratiche di rianimazione ( un po’ meno al calcio ), ringrazio Antonio per il post e cercherò di dare il mio contributo alla discussione come sempre. Ho letto di diversi giocatori salvati dal defibrillatore, in quanto gli arresti cardiaci sono molto frequenti ma non tutti sono in grado di riconoscerli, quindi in primo luogo è necessario che tutti gli allenatori conoscano bene quali sono le patologie che più di frequente colpiscono gli sportivi, riconoscerle e soltanto infine saper intervenire. Usare il defibrillatore non è difficile e si può imparare con un po’ di pratica, ma “sapere quando usarlo”, questo è meno facile.
    Ricordiamo che il cervello è molto sensibile ai danni derivati dall’arresto cardiaco ed è di fondamentale importanza un rapido intervento.
    Perfettamente d’accordo quindi con il Dr. Coletta, anzi, poiché sono molto poco informata su tali questioni mi meraviglio molto che non sia già così. Ero convinta che allenatore e personale sul campo siano già stati “istruiti” ad intervenire; aggiungo che secondo me è fondamentale non sono un corso di preparazione pratica, ma è necessario conoscere anche un minimo di fisiologia umana per poter intervenire bene. Ne va della vita dei giocatori!

  2. Antonio

    E’ evidente che non conosci questo mondo altrimenti non saresti rimasta cosi sorpresa nel vedere che su un campo di calcio non ci sono persone competenti in materia, almeno a livello dilettantistico. Quando è successo a me di perdere conoscenza su un campo da gioco, se non ci fosse stato un medico che per caso stesse vedendo la partita è probabile che sarei morto soffocato perchè nessuno era in grado di sbloccarmi la lingua che si era irrigidita. Invece con quell’intervento di prima necessità il medico ha saputo sbloccarmi la lingua e il sottoscritto ha ripreso conoscenza ed è stato trasportato in ospedale.
    In ambito dilettantistico è tutto un rischio…

  3. Pietro Tomassi

    ….purtroppo questo è un vero e prorpio scandalo a mio avviso…!! concordo con il dott.Coletta ma purtroppo c’è un ignoranza spaventosa su questo argomento…addirittura a livello dilettantistico neanche il massaggiatore è in grado di fare queste manovre….eppure negli ultimi anni abbiamo assistito a fatti gravissimi e morti precoci…l’ultimo esempio lo abbiamo avuto quest’estate sul campo di priverno in occasione di un torneo estivo…ma io vorrei sollevare un altra questione…visto che di recente vediamo sempre piu casi d attacchi d cuore in campo come fanno queste persone ad ottenere il certificato medico ogni anno se hanno problemi di cuore?????

  4. Eddie (S.D'errico)

    Potrebbe sembrare una sciocchezza, apparentemente, ma secondo me dovrebbe essere una priorità, quella di mettere tecnici sanitari pronti in tutti i campi di calcio possibile.

  5. Carolina :)

    E’ una domanda che mi sono posta anch’io e sono quasi sicura di non sbagliare dicendo che evidentemente possono ottenere certificati anche coloro i quali non si sottopongono a un’accurata visita medica.

  6. Eddie (S.D'errico)

    Potrebbe sembrare una sciocchezza, apparentemente, ma secondo me dovrebbe essere una priorità, quella di mettere tecnici sanitari pronti, in tutti i campi di calcio possibili.
    Non dimentichiamo la tragedia avvenuta proprio a Priverno qualche anno fa, che colpi quel ragazzo di aprilia, se non sbaglio si trattò proprio di arresto cardiaco.
    Secondo me ogni società dovrebbe provvedere almeno durante le partite in casa , ad implementare il metodo suggerito dal dottor Coletta, infondo sono 90min ed il calcio non ha mai annoiato nessuno.

  7. Carolina :)

    … ma è così improponibile che ci sia sempre un medico nei paraggi pagato dalle squadre? io torno a ripete che non ci capisco assolutamente niente, però proprio per questo motivo ho una visione più lucida della questione. E continuo a dire che stiamo parlando di una questione fondamentale da cui non si dovrebbe prescindere.

  8. ma se le società sono dilettantistiche chi lo paga il medico? più che lucida è utopica la tua visione (come dice il dottor Coletta); basterebbe un dirigente che abbia nozioni di primo soccorso e questo mi sembra fattibile e sufficiente.

  9. Pietro Tomassi

    @antonio: purtroppo per qnt riguarda l’ultimo caso citato, quello avvenuto a priverno, so con certezza che il ragazzo era al corrente dei suoi problemi di cuore e molte volte non gli avevano rilasciato l’idoneità…purtroppo ci sono medici che giocano con la vita di questi ragazzi e rilasciano certificati senza visite accurate…SCANDALO..!!!!!

  10. Lino

    Sono d’accordo con te Antonio,la sicurezza in generale,e in questo caso quella sportiva,è un argomento di vitale importanza..bisogna implementarla,certo,ma bisogna programmarla senza porsi una scadenza;la differnza e il miglioramento lo si trova solo nella continuità,e quello di cui stiamo parlando secondo me merita questo trattamento.Dobbiamo iniziare a giocare d’anticipo sulle questioni piu delicate come appunto la sicurezza;il calcio e lo sport in generale non è bello solo per la giocata,i risultato,o lo spettacolo..anzi,tutto questa “bontà sportiva” necessita di essere contornata da un programma efficiente che promuova la salute al fine di rendere lo sport sempre piu sicuro!!grazie del’articolo Antonio,l’ho apprezzato molto!!!

  11. damiano coletta

    Ho letto e apprezzato il vostro articolo e tutti i commenti che sono susseguiti. Sto cercando di battermi affinchè nella nostra provincia si diffonda la cultura dell’emergenza nell’ambito sportivo e non solo. Basti pensare che non credo sia una grossa perdita di tempo, organizzare una giornata per un corso sulle manovre di rianimazione dedicata agli studenti durante i 5 anni di scuola superiore. Il corso che si è tenuto il 20 novembre non deve essere un sasso nello stagno. Sono a disposizione per replicare l’iniziativa anche con il vostro supporto. Intanto grazie per l’attenzione e la sensibilità che avete dimostrato.
    Damiano Coletta

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