PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE ITALIANO: notevole quantità nell’indifferenza

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Molto spesso abbiamo sentito o letto “l’Italia è il paese in cui è presente la maggior parte del patrimonio artistico e culturale mondiale “.
Non sappiamo con esattezza se si tratta del cinquanta per cento di esso o di più, ma è certo che l’Italia è un territorio ricco di testimonianze e bellezze artistiche e archeologiche. Infatti non vi è provincia e regione che non presenti un museo, un monumento artistico, un’area archeologica da ammirare. Non sono solo le amatissime e note città come Roma, Napoli, Firenze, Venezia a far rimanere a bocca apera i turisti. Basta fare una passeggiata anche nei paesi in cui abitiamo o in quelli limitrofi per notare che viviamo in un paese in cui il patrimonio artistico e culturale è ampio. Le nostre abbazie di Fossanova, Casamari, Valvisciolo, le aree archeologiche di Priverno, Terracina, Minturno nel pontino o di Alatri, Arpino, Ferentino nel frusinate, rappresentano alcune delle tante testimonianze importanti e affascinanti presenti in tutto il territorio italiano. Quindi non solo i noti monumenti come il Colosseo, i Fori Imperiali di Roma, la chiesa di Santa Maria Novella di Firenze, l’intera città di Venezia fanno dell’Italia uno dei paesi forse più affascinanti dal punto di vista artistico e culturale.


Nonostante ciò, in Italia c’è pochissimo interesse a conservare e valorizzare questi beni culturali che dovrebbere costituire la prima risorsa economica. Da qui derivano tante situazioni paradossali come il fatto che gli stranieri sono maggiormente a conoscenza del nostro patriminio culturale rispetto a noi italiani. Forse loro, avendo meno patrimonio culturale, ammirano e apprezzano maggiormente il nostro. Inoltre in Italia in pochi licei si studia la storia dell’arte e poche sono le vere e proprie gite culturali che si effettuano. La storia dell’arte e l’archeologia dovrebbero essere insegnate in ogni liceo, visto il patrimonio notevole e affascinante che possediamo. Il fatto che neanche nelle scuole si studino queste materie porta ad avere una poca conoscenza del nostro patrimonio, unito al disinteresse e a investire fondi per la conoscenza e la valorizzazione da parte delle istituzioni. Quindi per coloro che potrebbe far conoscere e valorizzare il nostro patrimonio, ossia gli studenti universitari di lettere, beni culturali, storia dell’arte e archeologia, le prospettive sono tutt’altro che rosee. Molti si domandano: in un paese come l’Italia come è possibile non trovare lavoro nell’ambito dei beni culturali? Invece è molto probabile che chi studia queste materie si ritrovi nella vita a fare tutt’altro poichè non si investono fondi per la ricerca e per un buon utilizzo dei beni culturali che potrebbero costituire una fonte di lavoro, una risorsa e materiale didattico per le scuole.
Molto spesso sentiamo o leggiamo sui giornali che importanti siti archeologici, chiese, musei stanno crollando o che versano in pessime condizioni. Eventi che si potrebbero evitare se si investissero fondi a favore di ragazzi che sono competenti in materia e che molto spesso hanno lavorato, conservato e valorizzato il patrimonio solo gratuitamente o attraverso opere di volontariato…

VALERIA SCHIAVI

11 pensieri su “PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE ITALIANO: notevole quantità nell’indifferenza

  1. Davide

    Gran bel post. Problema serio questo, che si somma a tutti gli altri (innumerevoli) che l’Italia si porta dietro ormai da parecchi anni. Purtroppo non si capisce che proprio in un momento di crisi come questo, sopratutto i turisti farebbero notevolmente salire gli introiti in questo campo se soltanto si attuassero delle semplici norme, se soltanto si pensasse un po’ di più a ciò che abbiamo a pochi metri di distanza e che non valorizziamo appieno. Ci vorrebbe sensibilità, interesse, valorizzazione del territorio, struttre turistiche adeguate. Insomma è un’utopia al momento…

    • Francesco Baratta

      Sono d’accordissimo con Davide e con Valeria. Aldilà dell’obbligo morale che ci dovrebbe spingere ad essere orgogliosi enfatizzatori della nostra cultura, dobbiamo (devono) capire che essa è innanzitutto un patrimonio, o per usare un sinonimo un capitale, in massima parte inespresso. Con la cultura si mangia, eccome, per credere chiedere a chi ne ha molta meno di noi ma sa sfruttarla…

  2. Valeria

    E’ vero. Il turismo culturale soprattutto da parte degli stranieri potrebbe essere una vera e propria risorsa in questo momento di crisi..

  3. Hey Jude

    Sono d’accordo. Si tende sempre a voler sapere cosa c’è fuori quando invece il nostro territorio è colmo di meraviglie. Lo stesso vale per le gite scolastiche; è risaputo che gli alunni preferiscano mete estere alla “triste” gita in Italia. Il fatto che gli altri apprezzino maggiormente le nostre ricchezze è in parte connesso alla loro concezione di “ambiente” e rispetto di esso.

  4. Anonimo

    E’ vero, non siamo in grado di guadagnare attraverso il turismo, non siamo in grado di pubblicizzare il nostro patrimonio e non siamo in grado di ammirare quello che è la nostra storia… Non la conosciamo, lasciamo che cada nel degrado più assoluto..
    Sono tristi riflessioni le nostre, qualcuno ha qualche idea su ciò che potremmo fare?

  5. Giuseppe

    In merito allo sfruttamento dell’enorme patrimonio artistico e culturale dell’Italia, io credo che ogni regione, su input del governo italiano, dovrebbe “noleggiare” a sponsor privati, anche stranieri, lo sfruttamento del patrimonio presente (tutto) sul suo territorio per un certo numero di anni (5-10-15-20) a patto di restaurarlo, mantenerlo nel tempo, promuoverlo a livello mondiale attraverso internet e offrendo formazione e lavoro part-time o full-time ai giovani (soprattutto donne) per farli diventare delle “guide” e “custodi” di questi patrimoni con un contratto a tempo indeterminato (dopo una selezione teorico-pratica e prova pagata di almeno 3 mesi post formazione orientata a conoscere tutti i monumenti e opere culturali della regione in cui lavorano). Inoltre organizzare tour regionali di monumenti ecc. con costi dei biglietti e dei tour accessibili a tutti. Il pagamento del “noleggio” da parte dei privati dovrebbe essere concordato tra le parti dopo aver “visto” e “valutato” il business plan del privato e scelto fra le offerte pervenute dopo un appalto internazionale nel mondo e non solo in Europa. Da tutto ciò noi Italiani avremmo una ricchezza incredibili e moltissimi posti di lavoro in più.

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