Firmiamo per cancellare il Porcellum, però concedetemi una riflessione

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Se ne è parlato molto in questi giorni, se ne parlerà ancora, ed allora credo sia utile iniziare un dibattito, certamente da portare avantinel tempo, sui perché e sul come riportare il sistema elettorale nostrano su un binario di decenza.

Mi impegnerò, in prima persona, per far si che si raggiungano le firme necessarie affinché il referendum sul sistema elettorale più discusso della nostra storia possa cassare la legge Calderoli.

Lo farò principalmente per due motivi: perché credo che debbano essere gli elettori più o meno direttamente a scegliersi i propri rappresentanti, attraverso le preferenze, e poi perché con i collegi uninominali gli eletti dovranno rendere conto ai propri elettori del loro operato.

Queste due considerazioni potrebbero sembrare banali e scontate agli occhi degli abitanti dei mondi normali, ma l’Italia, come sappiamo, è tutto fuorché un paese normale. A queste latitudini anche la cosa più semplice ed ovvia sembra essere messa in discussione. Siamo ad un passo dal cadere nel dirupo dell’assuefazione da malaffare reiterato, oggi sempre più ci sembrano passabili fatti che tali non sono, ma questa è una storia diversa, che esula parzialmente dal resto.

Gran parte di quello che è oggi il nostro sistema elettorale va cambiato. Gran parte però non vuol dire tutto, o più precisamente, c’è una piccola parte della legge n. 270 del 21 dicembre 2005 (il porcellum) che andrebbe analizzata con più cura. Mi riferisco proprio alla possibilità di poter indicare la preferenza. Giusto, giustissimo oserei dire, però una domanda mi frulla in testa da qualche giorno: se si arrivasse ad avere un sistema dove le preferenze decidono in toto gli eletti, non si rischierebbe di lasciare fuori dal Parlamento quelle persone che si impegnano maggiormente in maniera intellettuale e molto meno sul territorio?

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Legge elettorale, pro e contro di un “Porcellum”

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In periodi come questo, in cui la maggioranza parlamentare non è cosi solida come era all’indomani delle elezioni del 2008, acquista rilevanza la questione sul sistema elettorale entrato in vigore nel 2005. Va da se che i numerosi sondaggi inerenti l’indice di gradimento dei partiti, possono rivelarsi poco attendibili in virtù di una presunta volontà dei nostri parlamentari di riformare l’attuale legge elettorale.

Poiché il Parlamento italiano è l’organo di rappresentanza della volontà popolare, è evidente come un adeguato sistema elettorale sia di vitale importanza per il corretto funzionamento della democrazia. Ciò che ci fa riflettere è la denominazione affibbiata alla legge 270/2005 (Porcellum) solo tre mesi dopo l’emanazione. Il paradosso è che l’autore di tale nomignolo sia proprio l’autore di tale legge elettorale tutt’ora vigente, ovvero l’attuale ministro per la semplificazione Calderoli (Lega Nord). Continua a leggere