Perchè Baudelaire dice “INEBRIATEVI”, non “UBRIACATEVI”!

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“Bisogna essere sempre ebbri.
Tutto è in questo: è questa l’unica questione.
Per non sentire l’orribile peso del Tempo che vi rompe le spalle e vi curva verso la terra, dovete inebriarvi senza tregua.
MA DI CHE? DI VINO, DI POESIA O DI VIRTU’, A VOSTRO TALENTO.
Ma inebriatevi.”

 

Questo è l’inizio di uno dei poemetti in prosa di Charles Baudelaire, precisamente il numero trentatré.
Il poeta maledetto ha fama di aver condotto una vita completamente sregolata,sempre rincorso dalla dannazione e sempre a rincorrere le effimere consolazioni della droga e dell’alcool.
Che egli abbia condotto una vita maledetta, ovvero irrequieta, instabile ed irregolare è impossibile negarlo, ma è altrettanto impossibile dipingere Baudelaire come un ubriacone soffocato da nuvole di oppio.
Molto spesso, infatti, il messaggio del suo poemetto “Inebriatevi” viene travisato e preso come un incitamento alle sbornie e all’uso dell’alcool come perfetto rimedio contro tutti i problemi.

“E’ l’ora di inebriarsi!
Per non essere schiavi martoriati del Tempo, inebriatevi, inebriatevi senza posa!
Di vino, di poesia o di virtù, a vostro talento.”

“Inebriarsi” non è “ubriacarsi”.
Inebriarsi di ciò che più ci piace non è qualcosa che ci fa perdere il controllo della realtà e il conto del tempo, inebriarsi è ciò che ce la fa afferrare, è ciò che non ci fa essere “schiavi martoriati del Tempo.”
Perché in verità la dannazione di Baudelaire era la sua salvezza; perché, parole sue, “Per quanto io sia poeta, non sono tanto babbeo quanto vorreste suppormi!”
E quindi quale salvezza?
“Inebriatevi!”
Ma di che?
“Di vino, di poesia o di virtù.
A VOSTRO TALENTO.”

di Alice Urciuolo

7 pensieri su “Perchè Baudelaire dice “INEBRIATEVI”, non “UBRIACATEVI”!

  1. Eddie (S.D'errico)

    Sapevo che prima o poi ci avresti parlato di lui, e ovviamente senza peccare come è tua abitudine cara Alice. Di C.Baudelaire potremmo forse dire che veramente fu un “artista incompreso” per certi aspetti che vanno aldilà della sua straordinaria abilità nella retorica(nel senso più onesto della parola).
    I suoi paradisi artificiali quel rifugio(oserei dire Requiem) costruito per necessità di sfuggire agli effetti del tempo, alla sterilità immaginaria, mediante l’uso di inebrianti consapevolmente e responsabilmente, anche questo vuol dire, a mio avviso, essere liberi.
    Una vera e propria “Libera-Mente”, mi piace immaginare la testa calda che sarebbe stata ai giorni d’oggi, in cui si tende a considerare l’immaginazione come una minaccia da inibire, chi sa pensare mentre immagina e sogna è pericoloso e come lui diceva sa trovare “gusto dell’infinito”.

  2. Alice

    Assolutamente, farlo consapevolmente è comunque libertà, la dannazione di Baudelaire era la sua salvezza, perché ne era consapevole.
    Purtroppo non molti lo sono oggi, e poi ero stanca di sentire persone che dicevano “Ma lo sai che Baudelaire ha scritto una poesia dove dice di ubriacarsi?”, senza comprenderne il significato profondo.

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