Metti una sera con gli L.s.u: cronaca di una fredda sera di occupazione

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Martedì 25 gennaio, ore 23.00. Un piazza del comune così io non l’avevo mai vista: sembra di esser tornati indietro di qualche decennio, quando nella Prima Repubblica infuriava la battaglia Pci-Dc. Innumerevoli bandiere rosse delineano il perimetro della piazza, violando anche la sacralità della cattedrale di Santa Maria. Ma non sono le bandiere rosse di partito, ma quelle delle numerose organizzazioni che carraterizzano il sindacalismo di oggi: Cgil, Rdb, Usb, etc… Continuando nel giro panoramico ci si deve per forza soffermare sui cartelloni che i dimostranti hanno affisso sulle staccionate del perenne cantiere di palazzo Antonelli. Parole che meglio di ogni altra cosa lasciano intendere lo stato d’animo di questi lavoratori: “Non siamo invisibili”; “Priverno si distingue: a casa tutti gli l.s.u.”; “lavoro=stabilizzazione”; “43 famiglie senza lavoro”.
Poi finalmente si scorgono loro; sotto i portici, luogo ideale per molti priveranti doc per passare un pomeriggio in compagnia degli amici, ci sono i lavoratori socialmente utili. Se ne stanno seduti sulle sedie di plastica portate da casa, imbacuccati come meglio possono per scampare dal freddo pungente di questa sera d’inverno. Se ne stanno tutti in cerchio, intorno ad un barbecue attrezzato come un focolaio e ad una stufetta a gas. In molti, con una sigaretta accesa in bocca, parlono degli argomenti più svariati; le mirabolanti uscite del nostro premier, la situazione economica del nostro piccolo paese con qualche riferimento anche alla loro. C’è anche chi se ne sta più in silenzio, forse troppo infreddolito per prendere parte alla discussione. Il tempo passa tra una chiacchera, un bicchiere di vino e qualche dolcetto secco che qualcuno ha prontamente offerto. Ma non vi sono solo gli l.s.u. intorno a quel focarello: ci sono anche altri impiegati del comune che hanno la fortuna di non rischiare il loro posto di lavoro, ma che semplicemente vogliono sostenere e rimanere vicini al disagio dei primi. Il loro, più che un appoggio politico, è un sostegno umano ai loro colleghi.
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L’Europa ed il conflitto di interessi italiano

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La scorsa settimana ci siamo lasciati con la storia e l’evoluzione del sistema radiotelevisivo in Italia, sottolineando la presenza di una netta anomalia nel nostro sistema d’informazione. Per approfondire in maniera dettagliata il tema, volevamo porre alla vostra attenzione la risoluzione del Consiglio d’Europa del 2004 in materia di “Monopolio dei media e possibile abuso di potere”.
Ad onor del vero va specificato che le decisioni del Consiglio d’Europa non sono vincolanti ma vanno ratificate dagli Stati membri; difatti esso consiste in un’ organizzazione internazionale volta alla tutela della democrazia, dei diritti dell’uomo e dell’identità culturale europea.

L’assemblea dà inizio al suo intervento sostenendo la necessità per le democrazie moderne di salvaguardare il principio del pluralismo dell’informazione.

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MUSICA, FILM e COLONNE SONORE

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Cosa sarebbe un film senza una colonna sonora?Ci avete mai pensato?

La colonna sonora o soundtrack in un qualsiasi film è un elemento portante quanto la trama, anzi si può benissimo dire che le questi due elementi si fondono tra loro creando una reazione alchemica fondamentale per il film. Una colonna sonora ha il compito di guidare e coinvolgere maggiormente durante lo svolgimento delle scene, un esempio semplicissimo è quello dei film thriller in cui alcune scene salienti sono arricchite da melodie in grado di aumentare quella sensazione di suspance e palpitazione.

Molto spesso un brano di una colonna sonora, come per quanto avviene nel campo pubblicitario, viene associato, da parte delle persone, ad un determinato film, in questo modo sia la pellicola che l’autore del brano ne risentono di un effetto positivo, in quanto a notorietà e vendite, uno dei casi più eclatanti è ad esempio “My heart will go on” di Celine Dion, brano portante del colossal “Titanic”, come tutti ricordano il brano era associato ad una delle scene più famose del film e fu etichettato come la “Theme Song” del film, soprattutto i giovani associavano il brano al film, garantendo all’artista un boom di vendite riportarono la Dion in cima alle classifiche per molte settimane. Un altro esempio che tutti probabilmente , ricordano ,anche andando leggermente piu indietro con gli anni, ricordano è quello di “Pretty Woman” Theme Song dell’omonimo film e composta da Roy Orbison, inserita nel film nella scena dello shopping . Non bisogna dimenticare il simpaticissimo “School of Rock” film con Jack Black in cui l’attore, che interpreta un ex muscista, diviene insegnante di supplenza in una scuola elementare e forma con i suoi e talentuosi studenti un vero e proprio gruppo rock accompagnato da una colonna sonora che può contare su brani dei Led Zeppelin che mai avevano concesso per un film i diritti per i loro brani.

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Se guardi questo video…guadagno!

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Dopo l’articolo sui “Fenomeni di Youtube” è giusto parlare di chi invece ha fatto carriera grazie a youtube e sulle geniali strategie commerciali di Google. Andiamo con ordine:

Francesco Frank Matano

Penso che a molti di voi è capitato di vedere gli scherzi telefonici su Youtube di Frank Matano. Il successo di questo giovane 20enne siciliano di Carinola è stato talmente esplosivo da non potere essere ignorato dalla TV. Dopo la puntate a “Le Iene” il “fenomeno” è stato assunto da SKY che gli ha fatto condurre 20 puntante a giugno dell’anno scorso. Stiamo parlando di un utente con 113213 iscritti al suo canale, migliaia di contatti per video e più di 300mila fan su Facebook. Non mi voglio dedicare molto a “Frank” Matano in quanto sui fenomeni di YouTube ho già scritto, ma voglio farvi notare una cosa…Avete fatto caso che prima di ogni suo video c’è spesso uno spot pubblicitario? Ecco dove Google sfrutta la comunicazione, dopo anni di passivo, per guadagnare da YouTube.

Beh? cosa c’è di nuovo nel mettere le pubblicità davanti un video con tanti contatti?

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You got the power

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Immaginate di dover avviare un’attività oggi, anno 2011, nel mezzo di una crisi buia di cui non si scorge l’uscita…suppongo che uno dei “fattori x” su cui dovreste puntare è, senza alcun dubbio, l’originalità che potrebbe assicurarvi un minimo profitto.

Beh, se avete intenzione di farlo, potrei avere la soluzione che fa per voi:

l’espressione “pay-what-you-want” non vi dice nulla?

Si tratta di un fenomeno recente che ha destato l’interesse di alcuni professori del Rady School of Management at the University of California, San Diego. Questi infatti, ispirati dal gruppo rock “Radiohead”, che nel 2007 lanciarono il loro disco “The rainbow” sul web, lasciando agli ascoltatori la scelta di pagare il cd quanto volessero, hanno condotto negli ultimi anni una serie di esperimenti nell’intento di scoprire se questa “assurda” strategia di mercato avesse funzionato in diversi tipi di business, inserendo o meno il fattore “charity”.

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Silvio Berlusconi, uno di noi…

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Il binomio Berlusconi-comunicazione è al centro della discussione politica italiana da oltre 15 anni. Questo argomento può essere approfondito da più punti di vista: da quello giuridico, come abbiamo fatto la settimana passata, da quello della strategia economica-comunicativa, o della strategia linguistica e d’immagine, che affronteremo oggi.

Nonostante negli ultimi periodi abbia scelto di comparire nelle varie trasmissioni come una entità trascendente che non si concede al contraddittorio o alla semplice replica, la storia delle scelte linguistiche di Berlusconi è ben più complessa.

Sono ormai note le sue barzellette con tanto di bestemmia, tutti ricordano le corna che ha mostrato in una foto ufficiale, la famosa bandana che indossava in una foto con Tony Blair, il suo cucù alla cancelliera Angela Merkel. Un presidente tutt’altro che rigoroso nei modi di fare. Un presidente che vuole apparire “umano.

A fronte di ciò, la popolazione italiana si divide in maniera drastica in 2 categorie: chi si indigna, e chi … sorride.
Cosa rappresenta Berlusconi, per i primi, è ormai cosa nota; ma per i secondi? Berlusconi è “Il sogno italiano”: ricco, potente, celebre e immune al tempo che scorre. Continua a leggere

PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE ITALIANO: notevole quantità nell’indifferenza

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Molto spesso abbiamo sentito o letto “l’Italia è il paese in cui è presente la maggior parte del patrimonio artistico e culturale mondiale “.
Non sappiamo con esattezza se si tratta del cinquanta per cento di esso o di più, ma è certo che l’Italia è un territorio ricco di testimonianze e bellezze artistiche e archeologiche. Infatti non vi è provincia e regione che non presenti un museo, un monumento artistico, un’area archeologica da ammirare. Non sono solo le amatissime e note città come Roma, Napoli, Firenze, Venezia a far rimanere a bocca apera i turisti. Basta fare una passeggiata anche nei paesi in cui abitiamo o in quelli limitrofi per notare che viviamo in un paese in cui il patrimonio artistico e culturale è ampio. Le nostre abbazie di Fossanova, Casamari, Valvisciolo, le aree archeologiche di Priverno, Terracina, Minturno nel pontino o di Alatri, Arpino, Ferentino nel frusinate, rappresentano alcune delle tante testimonianze importanti e affascinanti presenti in tutto il territorio italiano. Quindi non solo i noti monumenti come il Colosseo, i Fori Imperiali di Roma, la chiesa di Santa Maria Novella di Firenze, l’intera città di Venezia fanno dell’Italia uno dei paesi forse più affascinanti dal punto di vista artistico e culturale.

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Piano Casa: La Destra di popolo per una Regione amica

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Per una volta qualcuno dell’ente Regione si è affacciato nell’umile realtà privernate; non per le mille incognite della politica sanitaria regionale che vede Priverno martoriata in ogni soluzione, e nemmeno per l’emergenza dei lavoratori socialmente utili che rischia seriamente di mettere in mezzo alla strada ben 43 famiglie.
A farlo sono stati i membri del partito della Destra che venerdì 21 gennaio alle 18.00 si sono dati appuntamento presso l’aula consiliare del comune di Priverno alla presenza di Emilio Perroni (responsabili provinciale), dell’on. Roberto Buonasorte (Presidente Commissione Urbanistica Regione Lazio) e dell’on. Francesco Storace (segretario nazionale); a fare gli onori di casa Annita Pirri, leader della sezione privernate.
Gli interventi si sono succeduti uno dietro l’altro, ma senz’altro il più significativo è stato quello dell’on. Buonasorte che ha esposto in una lunga arringa il progetto Piano Casa, a lungo impugnato dalla sua parte politica. Continua a leggere

Jakob il bugiardo…quando le bugie sono a fin di bene.

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Il film che vi proponiamo oggi fa parte, insieme ad altri due eccelsi precursori come: “La vita è bella” e “Train de vie – Un treno per vivere”, del filone tragicomico dedicato all’Olocausto. Jakob Il bugiardo è un film tratto da una storia vera, raccontata nell’omonimo romanzo dello scrittore polacco ed ebreo Jurek Becker che ha vissuto sulla sua pelle gli orrori del ghetto e del campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale.
TRAMA:La storia si svolge durante la seconda guerra mondiale in un piccolo ghetto della Polonia occupata, il protagonista è un ex proprietario di un bar di nome Jakob Hein (Robin Williams) il quale un giorno chiamato a colloquio dal generale nazista, ascolta per caso alla radio un bollettino in cui si annunciava l’avanzata delle truppe sovietiche in territorio polacco, in seguito ad una vittoria sull’esercito nazista. Continua a leggere

Informazione e conflitto d’interesse: una storia tutta italiana…

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Oggi esordisce in questo blog una nuova rubrica chiamata “società e diritto”, la quale si pone come obiettivo quello di creare uno spazio di riflessione che prediliga una spiegazione giuridica degli argomenti che andrà a trattare. Il primo numero abbiamo deciso di dedicarlo ad uno dei più grandi dilemmi che il nostro Paese ci pone davanti agli occhi tutti i giorni: la comunicazione. Sono anni ormai che sentiamo parlare di come la comunicazione sia mal gestita in Italia, di come abbia preso vita una sorta di monopolio naturale composto da reti televisive, quotidiani, settimanali, case editrici, che fanno capo al nostro presidente del Consiglio. Cercheremo di dimostrare, attraverso un excursus delle maggiori leggi inerenti alla comunicazione, che questo monopolio tanto naturale non è.

Tanto per cominciare dobbiamo sapere che fino a metà degli anni ’70 il servizio televisivo nazionale era interamente compreso nelle reti di Stato. La prima legge che aprì le porte delle reti private fu la legge n° 103/75 (cd riforma televisiva), la quale dava la possibilità di creare un’emittente televisiva privata a livello regionale, garantendo tuttavia il principio del monopolio statale che trasmetteva su scala nazionale.

Nel 1984 questo monopolio fu violato da un polo privato di emittenti televisive (Fininvest) che, attraverso il cd “sistema di cassettizzazione”, riusciva a trasmettere contemporaneamente gli stessi programmi sulle frequenze locali di tutte le regioni italiane. In reazione a questa evidente violazione del principio del monopolio statale, la politica non condannò questo sistema creatosi in malafede, bensì si adattò a tale sistema legiferando in modo tale da tramutare una situazione di fatto in una situazione di diritto. Fu cosi che i decreti Berlusconi (in riferimento all’allora presidente Fininvest Silvio Berlusconi) emanati dal Governo Craxi permisero la nascita di emittenti privati che potevano trasmettere su scala nazionale.  Continua a leggere