Per un pugno di voti, la riforma impossibile.

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Partiamo da un presupposto: il sottoscritto e l’economia non vanno molto d’accordo. Più che altro, pur riconoscendone la fondamentale importanza e non mancando dall’avere una personalissima idea sul migliore modello politico-economico, il capitolo economia, nella discussione politica non è quello che più mi interessa. Tuttavia, proprio le ammissioni contenute in questa premessa possono in un certo senso agevolare la riflessione di oggi, suggerendone, forse, la natura lapalissiana, se evidente anche al sottoscritto: fino a che punto si può pensare di sacrificare la salute economica di uno stato, e più in generale il suo futuro, pur di rincorrere qualche voto in più?

Questa domanda nasce dall’evidenza del centro della discussione politica degli ultimi giorni: la riforma fiscale, identificata come la panacea di tutti i mali, unica possibile risolutrice del progressivo allontanamento tra il governo ed il suo elettorato. Continua a leggere