Lavoro, da dove partire…

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Dopo le esternazioni di qualche giorno fa del ministro Renato Brunetta, la questione del lavoro precario è tornata sotto i riflettori più di quanto già lo sia stata in passato.

Tralasciando il comportamento del ministro, che credo non meriti commento alcuno, possiamo invece concentrarci ed esaminare i motivi di quella che ormai è diventata una vera questione nazionale, la questione del lavoro e della sua regolamentazione.

Negli ultimi anni, e soprattutto dopo l’acutizzarsi degli effetti della crisi finanziaria, nel nostro paese, si è ingrandita la forbice, già assai ampia, tra categorie di lavoratori.

Ricorre spesso il concetto che il mercato del lavoro sia diviso in almeno due macro aree.

Da una parte i lavoratori statali, per citare una categoria, più anziani solitamente, che godono di tutele e benefici, dall’altra i più giovani, costretti a sottostare a forme contrattuali che non garantiscono nessuna forma di stabilità.

Il dato sulla disoccupazione giovanile, ormai vicino al 30%, preoccupa e non poco.

Su questo bisognerebbe fare alcune considerazioni preventive: la prima riguarda la categoria dei giovani, i dati infatti considerano una fascia di età che va dai 15 ai 25 anni, forse questa fascia dovrebbe essere aggiornata, visto che oggi sono pochi i giovani che iniziano a lavorare prima dei 25 anni.

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