L’IRLANDA DEL NORD: STORIA DI UN CONFLITTO DIMENTICATO

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Troppo spesso ci si dimentica di conflitti che esistono all’interno del nostro continente, fino a quando essi non tornano, violentemente, a far parlare di sè. Uno di questi, di cui voglio parlarvi oggi, è quello che interessa da circa 80 anni l’Irlanda del Nord, un conflitto dalle molteplici sfaccettature, una guerra a bassa intensità, in cui si intrecciano forze nazionaliste ad appartenenze religiose ed etniche.

Proprio nelle ultime settimane, vi sono stati pesanti scontri che riportano agli “anni di fuoco” del ’70-’80. Ogni anno in Irlanda del Nord vi sono, in questo periodo dell’anno, delle parate promosse dalla loggia tradizionale che rivendica l’unità delle sei contee settentrionali dell’isola al Regno Unito. Queste marce, però, vengono spesso viste dai residenti dei quartieri cattolici come una provocazione.Alcuni piccoli gruppi repubblicani che cercano di ritagliarsi un ruolo a sinistra del Sinn Fein- movimento indipendentista irlandese- hanno organizzato proteste e blocchi contro le marce ed al tramonto giovani nazionalisti si sono scontrati con la polizia a colpi di mattoni e molotov. L’estrema violenza di questi scontri, ripetuta ogni notte per tre giorni, non si vedeva da almeno 10 anni ed il bilancio è stato estremamente pesante, fatto di feriti, arresti, negozi devastati ed automobili in fiamme, decine di micidiali proiettili di plastica sparati sui manifestanti.Per due notti consecutive il quartiere cattolico di Short Strand è stato preso d’assalto dai paramilitari protestanti dell’Ulster Volunteer Force (UVF), che hanno lanciato molotov e sparato colpi d’arma da fuoco contro le abitazioni della zona.

Ma vediamo come cominciò il conflitto…

Tutto ebbe inizio nel lontano 1922, quando con la nascita della Repubblica d’Irlanda, 6 contee del Nord dell’Irlanda – Atrim, Armagh, Down, Fermanagh, Londonderry e Tyrone- restarono parte integrante del territorio della Gran Bretagna, anzichè essere incluse nell’EIRE.

La vera esplosione del conflitto avvenne, però, negli anni ’60, quando l’ondata di rinnovamento sociale e culturale che si diffuse in tutti gli Stati occidentali, investì anche i giovani cattolici nord-irlandesi che, essendo una minoranza, venivano enormemente discriminati all’interno del proprio Paese e rivendicavano l’unione all’EIRE. La comunità cattolica iniziò a chiedere sempre più insistentemente l’aiuto dell’I.R.A. – Irish Republic Army- , che in quelle circostanze sembrava essere la sola forza in grado di proteggere i cittadini cattolici dalle violenze della polizia. A partire dal 1968 e per isuccessivi venti anni, i disordini- i cosiddetti “troubles”- infiammarono le strade delle sei Contee, contrapponendo, da una parte, l’I.R.A. e, dall’altra, l’U.V.F. (Ulster Voluteers Force) e la R.U.C (Royal Ulster Constabulary) . All’inizio degli anni ’70 il governo di Londra decise l’invio dei militari inglesi con l’apparente compito di riportare l’ordine ed il controllo, ma fu l’esatto contrario. Furono gli anni degli scontri più violenti, degli scioperi della fame che portarono alla morte di 10 detenuti, in seguito alla decisione della Gran Bretagna di abolire lo status di “prigioniero politico” per i detenuti paramilitari, gli anni degli attentati dell’IRA. Il 30 gennaio del 1972 avvenne l’episodio più noto e tragico della storia dell’intero conflitto, è la “Bloody Sunday”, resa tristemente famosa da una canzone degli U2 che tutti conoscerete, giornata in cui la polizia uccise brutalmente a Londonderry 13 manifestanti cattolici. Nel 1992 iniziò, finalmente, il processo di pace e fu così che, tra sporadici scoppi di violenza si giunse all’accordo di Belfast del 10 aprile 1998, Accordo del Venerdì Santo, che portò alla pacificazione delle due comunità nord-irlandesi.

Ma quali sono le reali motivazioni alla base dell’accordo?

L’accordo è scaturito da un duplice calcolo di convenienza delle parti in conflitto: da un lato, gli unionisti, temendo l’espansione demografica della minoranza cattolica irlandese ed il progressivo disimpegno della Gran Bretagna dalla regione, hanno ritenuto che fosse necessario accettare l’accordo per porre fine alle azioni dell’IRA e per preservare il più a lungo possibile l’unione con Londra; dall’altro, i nazionalisti, hanno visto nel principio di uguaglianza un mutamento dello status quo ed un primo passo verso la realizzazione del loro storico sogno: l’unificazione con la Repubblica d’Irlanda.

L’avvio del processo di pacificazione non ha, però, significato la fine delle violenze, infatti, nel 2001 si sono avuti nuovi scontri, poi alcuni episodi isolati, fino ad arrivare ai violenti scontri delle scorse settimane.

Riuscirà mai la popolazione Nord-irlandese a vivere insieme pacificamente? E’giusto che una parte di territorio di un’isola, legato ad essa da cultura e storia, debba essere amministrato da un altro Paese sulla base dell’appartenenza religiosa che li accomuna?

di Gaia Renzi

7 pensieri su “L’IRLANDA DEL NORD: STORIA DI UN CONFLITTO DIMENTICATO

  1. Simone D.

    Hai fatto benissimo a scrivere che troppo spesso si tende a dimenticare determinati conflitti, fin quando non si riaccende la violenza. Basta abbassare leggermente i riflettori, e tutti pensano che tali conflitti siano stati “risolti”.
    Questo in particolare per quanto abbia una storia recente, è poco conosciuto, motivo per cui si tende a dimenticarlo più facilmente. Un bruttissimo conflitto che mette in dubbio prima su tutto la centralità di un Europa legata goffamente solo da una moneta, e poi anche il ruolo dell’Inghilterra da sempre ambigua in politica estera(in questo caso neanche tanto estera).

    • Simone D.

      Il nazionalismo è una brutta cosa: nasce da una coscienza identitaria, e si tiene in vita con una violenta ed incomprensibile ignoranza. E’ possibile vivere pacificamente ovunque, basta fare la pace, invece che lasciare tutto al tempo, sbagliatissimo!…proprio perché il tempo è denaro…

  2. GAIA

    Ottima analisi, Simone. Nonostante sia un conflitto poco conosciuto è, a mio parere, molto, fin troppo, radicato nella popolazione, dunque credo che una reale pacificazione sia molto difficile da raggiungere senza uno sforzo delle parti in conflitto ed una mediazione efficace da parte di stati terzi. Staremo a vedere..

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  4. Emanuele

    Trovo assurdi glo ideali religiosi alla base di questa guerra tra Cristiani. I motivi politici sono molto piu complessi purtroppo. Personalmente simpatizzo per un’Irlanda unificata e libera dal regno unito ma riconosco che sia doveroso rispettare il volere e le esigenze di chi è cresciuto sentendosi britannico. Purtroppo credo che una convivenza del tutto pacifica difficilmente si raggiungerà:due realtà che sognano obbiettivi contrapposti per lo stesso spazio…onestamente certe situazioni mi fanno rabbrividire e mi tengono sveglio a pensare la notte.

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